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Per assolvere il Sagretti ed il Collemassi, non potrebbe dirsi che autrice della calunnia sia stata la Diotallevi, e molto meno l’innominato, che, come si è visto, è un essere imaginario. Si trova bene la ragione per cui questa femmina disonesta, moglie adultera di un marito ruffiano, si prestasse e dovesse prestarsi a farsi istrumento della calunnia nelle mani del Collemassi e del Sagretti. Soggetta come schiava all’imperio assoluto di costoro, era divenuta la Diotallevi, dopo che colla promessa della impunità e del premio s’era fatta accusatrice del Fausti e di tant’altri. Qualora avesse ricusato farsi istrumento a proseguire e compiere la calunnia, essa per le prime denunzie si vedeva nuovamente aperto dinanzi il carcere, come calunniatrice. Dopo quel primo passo era una necessità inevitabile a proseguire o soccombere. Fra tante lordure di preti e meretrici, di processanti, di prelati e di ruffiani, la figura che commuove l’animo a minor schifo e ribrezzo è quella della prostituta Diotallevi. Quella che non si trova nè può trovarsi, è la ragione sufficiente ad ispiegare come colei potesse essere autrice della calunnia.

Se non impossibile, come pur dice la Sentenza, è peraltro molto improbabile che altri e più che ogni altro la Diotallevi, potesse conoscere l’abboccamento del Fausti col Governatore di Roma, le pratiche fatte per la liberazione del De Angelis; ma è veramente impossibile che essa potesse conoscere la lettera relativa al Fantini, in modo da poter contraffare il carattere della traduzione con quella perfezione con cui fu contraffatto. Oltre che per contraffarla siffattamente bisognava avere quella lettera dinanzi agli occhi; la Diotallevi non poteva neppur averla veduta mai, sia perchè non conosceva nè il Venanzi nè l’amico, per le mani de’ quali era passata, sia perchè, se l’avesse veduta, non avrebbe mancato di darne cenno nelle deposizioni impunitarie una volta che l’avesse avuta sì bene presente. Nè solamente mancava nella Diotallevi la scienza delle cose, ma eziandio la causa che chiamasi impellente a calunniare a perdere il Fausti, che essa neppur conosceva.

Finalmente se colei fosse la sola autrice della ca-