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essere del numero? Salvo Maria Sagretti Presidente del Tribunale e direttóre del processo, ed il compilatore od istruttore di questo Eucherio Collemassi, ai quali poterono domandarsi schiarimenti in seguito appunto di quell’abboccamento. E le pratiche fatte pel De-Angelis potevano non esser note a costoro, dai quali dipendeva necessariamente la riuscita, e che avendo in mane la posizione dovettero necessariamente esser richiesti a dare informazione?

E la lettera del Fantini, a quali ed a quante persone poteva osser nota e pienamente nota? A due persone soltanto: Al direttore ed all’istnittorc del processo, al Sagretti ed al Collemassi che gelosamente la custodivano.1

E può dunque concludersi fondatamente che sieno costoro, e costoro soltanto, i mestatori dell’intrigo, gli autori delle lettere sequestrate, degli ordini, dei permessi e delle ricevute? Per grande, per enorme che sia l’iniquità senza pari, che in conseguenza di quella conclusione sarebbe provato essere stata commessa in Roma, nell’anno di grazia 1863, regnando Pio IX Pontefice Vicario di Gesù Cristo, da due ministri della giustizia pontificia, uno de’ quali prete e prelato; la conclusione è indubitata, è indeclinabile, come quella che parte da una prova di fatto evidentissima.

Il Processante, i sei giudici, il difensore del Fausti, due periti calligrafi fiscali, dieci periti calligrafi difensivi, hanno tutti d’accordo unanimemente riconosciuto, che tutti gli scritti ultimamente ricordati sono scritti

    senza che per altro si entrasse nel merito della causa che il Fausti riguardava.»

  1. L’autore delle lettere del Sotto-Prefetto di Rieti per voler troppo colorire di verità la sua cabala riuscì proprio all’opposto. In una delle lettere sequestrate al Venanzi coll’indirizzo del Fausti, che lo stesso processante afferma venute dalla provincia di Campagna, si parlava del Fantini. Era questi imputato di diserzione e poco tardò che il Tribunale Militari lo condannò ai lavori forzati. Era affare finito da molto tempo. Ma l’autore delle nuove lettere, per non fasciar dubbio ohe fossero del Fausti, ripetè in esse il nome del Fantini. — Pel Fantini non temete. — Il povero dottore Eucherio non sapeva che pel Fantini non c’era più nulla da temere.