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grave, quale è quello di cui si tratta; pure non temiamo che questo piacere ci faccia velo all’intelletto nel calcolare il valore dei fatti e delle ragioni che siam venuti esponendo Non temiamo di asseverare che per ciò che concerne il fatto della corrispondenza epistolare fra il Fausti ed il Mastricola, il sequestro delle lettere non costituisce quelle prove e quelle verificazioni, alle quali, e non al detto dei coniugi Diotallevi, come avverte la Sentenza, il tribunale avrebbe dato fede nel giudicare di quelle prove e verificazioni che la Sentenza pretende aver dedotte sia dalle cose contenute nelle lettere, sia dagli altri documenti esistenti in processo, e che leggonsi trascritte fedelmente nelle pagine antecedenti di queste Considerazioni.
VII.
Le pretese corrispondenze ricevute ed ordini
del Fausti — Segue l’analisi.
La Sentenza a pag. 29 e seguenti procedendo alla disamina delle risultanze, che concorrono appunto a verificare siffatta denuncia, cioè la denuncia della Diotallevi, viene notando che delle cose da questa denunciate non ve ne ha una sola che non siasi verificata in fatto. Madama Costanza Diotallevi della cui amicizia si onorava, e forse si onora tuttora, l’illustre generale conte De Goyon, aiutante di campo dell’imperatore de’ Francesi, denunciava il 3 gennaio che fra il Fausti ed il cavalier Mastricola passava corrispondenza epistolare in cifra nel martedì e sabato di ogni settimana; ed ecco che la giustizia viene in possesso prima della cifra e poi nel martedì 13 gennaio della prima delle note lettere. Passò senza lettere il sabato 17 ed il martedì 20, ma l’amica del generai De Goyon denunciava che in questo stesso giorno 20, il Fausti aveva rioevuio alle ore cinque antimeridiane io sua casa uno spedito da Rieti, che ripartiva pure ito quel giorno colle lettere che il Fausti avrebbe dovuto scrivere nei giorni suddetti, e contemporaneamente dava avviso che nel dì seguente 21,