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Processante sì pieno di zelo, come il Collemassi si pregia di essere, appena venuto in sospetto del Fausti, nulla trascurasse, anzi positivamente facesse ogni sforzo ed adoprasse ogni diligenza, a fine di procurarsi prove di fatto che valessero a cangiare il sospetto, gli indizi e le presunzioni in certezza; tanto più che trattavasi di fare un bel colpo scoprendo un liberale, un attivissimo nemico del Governo pontificio, nel cav. Fausti, che tutta Roma chiamava col nome usato a designare i papalini, un fiore di brigante. Eppure dal febbraio 1862 a tutto decembre del 1862, cioè per dieci mesi, riuscì vana ogni premura, ogni fatica, ogni diligenza. Ma tutto ad un tratto la cosa cangia d’aspetto: appena decretato lo arresto, il Processante diviene sì lucido nelle indagini, sì fortunato nelle scoperte, che in un mese o poco più, cioè dai principio di gennaio 1863 al 20 del susseguente febbraio, giunge a raccogliere tante e tali prove contro il Fausti, da riuscire veramente una maraviglia non pure il considerarle nella loro essenza, ma soltanto il noverarle.
Il 3 gennaio la fatidica donna, non più impunitaria ma denunciatrice confidenziale, si presenta al suo vecchio amico sig. Eucherio Collemassi per metterlo a parte di una peregrina scoperta da essa fatta sul conto del Fausti, e sul nuovo ordinamento della setta, Questa dopo l’arresto del Venanzi essersi costituita in: quattordici Promotorie corrispondenti al numero dei quattordici Rioni nei quali Roma è divisa, ed a ciascuna Promotoria stava a capo un individuo col titolo non già di Promotore, come avrebbe dovuto dirsi in buona grammatica, ma di Promotorio, detto anche Promontorio, come con dottrina pari all’arguzia nota la Relazione fiscale a pag. 294 e la Sentenza a pag. 36. Il Fausti come abitante nei XIII Rione essere capo della Promotoria XIII, che sebbene penultima per numero, sembra che dovesse essere la prima e principalissima per importanza, mentre dalle notizie date in seguito dalla confidente, tutto si sarebbe fatto dal partito per mezzo del Fausti. Di più la confidente aggiungeva di aver saputo non solo che il Promontorio XIII tenesse corrispondenza setta-