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cui fosse dato al Processante di giustificare, o per lo meno rendere probabile, quanto alla Diotallevi si era fatto dire sul conto degli altri, contro i quali la via a procedere sarebbe stata più facile e secura dopo la riuscita del primo esperimento. A vittima fu designato il Cav. Lodovico Fausti, contro il quale aveva il Collemassi un appiglio nelle lettere che all’indirizzo di lui erano stata i rinvenute presso il Venanzi.
Di pieno accordo col presidente del Tribunale, il Processante prendeva da queste lettere le mosse per agire contro il Fausti. Si apprende infatti dalla Relazione fiscale a pag. 274, che l’esistenza di quelle lettere combinata colle deposizioni fatte fare alla Diotallevi fu l’unica ragione, per cui fu decretato l’arresto e la perquisizione del Fausti per decreto dell’intiero Tribunale il dì 12 decembre 1862.
Sulla quale risoluzione presa colla più inescusabile leggerezza, giova ricordare le giuste lagnanze che ne moveva nella Difesa il Dionisi. Egli avvertiva che siffatte risoluzioni consiliarie del Tribunale giudicante sono del lutto vietate dalla legge, la quale non le permette che in alcuni casi particolari espressi negli articoli 125, 126, 307, 447. Pel caso di mandato di arresto, come per quello di deputazioni e nuovi esami di periti, la legge ha provveduto specialmente ed espressamente negli articoli 232, 233, 327, 330, dandone la facoltà ed il potere esclusivamente all’istruttore del processo unitamente al presidente del tribunale. Ed invero la legge, già bestiale nell’immischiare nella processura il presidente del tribunale giudicante, diverrebbe peggio che bestiale, qualora l’intiero tribunale vi s’immischiasse. Dalle risoluzioni relative al merito della causa prese in pendenza del processo, sarebbe preoccupato l’animo de’ giudici, pregiudicato il giudizio definitivo.
Questa sì enorme, sì patente e tanto pregiudizievole infrazione della legge, può essa essere stata l’effetto di una delicatezza soverchia, di una soverchia circospezione del Sagretti presidente, del Collemassi processante? Temettero forse della grave responsabilità che sulle loro spalle avrebbe pesato per un mandato, di arresto così