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titolo politico, quando l’inquisito sia tanto avventurato da ottenere la libertà dopo più mesi di carcere, la sua liberazione è sempre accompagnata dal precetto politico, che consiste nel divieto di uscire dal territorio di Roma, e spesso dalle cerchia delle mura, e di non circolare per la città prima che il sole siasi levato o dopo il tramonto.

Con siffatti principii e con siffatto metodo di agire sarebbe stata una vera anomalia secondo la natura del Governo pontificio; se si fosse permesso che il processo Venanzi riuscisse ad un nonnulla; si sarebbe dovuto confessare di aver perseguitato un’ombra senza corpo, si sarebbe dovuto rinunciare al proponimento ben fermo di mostrare il Governo piemontese autore del malcontento universale dei popoli, che le armi francesi, sciupando miseramente le glorie di Magenta e Solferino, tengono, a forza sotto il dominio dei chierici.

A rimediare a siffatto inconveniente ed a sostenere i vanti, lo strepito e le millantazioni fatte al tempo della carcerazione del Venanzi, si è avuto ricorso alla Diotallevi la quale, come apparisce dagli atti che si pubblicano, domandò l’impunità fin dai primordii della processura. A questa donna il Processante ha fatto dire quanto gli occorresse a sostenere l’accusa che si dava all’uno ed all’altro degli inquisiti convalidando ciò che ad essa si faceva dire con quanto, secondo l’opportunità, si faceva pur dire o dal Fantaccini o dal Margutti che trovavansi involti nella stessa processura: e che, sebbene sieno chiamati rei confessi caput proprium nella Relazione fiscale, sono pur essi impunitari; come viene dimostrato dalla grazia papale dai essi ottenuta contemporaneamente alla Diotallevi, in pendenza di giudizio contro l’espressa disposizione di legge agli articoli 661, 652 a 655, ed all’articolo 657 di procedura criminale, secondo giustamente avvertiva reclamando il Dionisi a pag. 8 della Difesa fatta pel Fausti. E poiché, come si è detto, e come risulta dalla Relazione fiscale e dalla Sentenza della Consulta, intendimento principale di questo processo era di provare che gl’incessanti e non dubbi segni della popolazione al Governo papale, non era che