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decenti, e che la regina in seguito di questo uccidesse ogni gatto che avesse potuto vedere.
Circa quindici giorni prima del carnevale essendo io andata nella sua bottega al Corso, trovai la sua moglie Laura che lavorava una barba finta: io domandai se era per il carnevale; e mi rispose Verzani che eragli stata ordinata da un pezzo grosso della corte napoletana (Perozzi gli domandò se ne aveva parlato a quell’amico, e lui disse: «Ben inteso» Io credo avessero sottinteso il Comitato), e che gli aveva raccomandato di farla il più possibile naturale; e soggiunse il Verzani: Cominciano ammannire le maschere per quando dovranno fuggire da Roma. Poi essendosi posto a scrivere, domandò alla moglie quanto poteva mettere per prezzo ai rolli di S. M.; essa rispose: «Più che puoi; bisogna cercare di squattrinarli il più possibile questi tiranni.»
Nella sua bottega la sera vi capitavano Pietro Patrizzi, Leopoldo Calza, questi due non tutte le sere ma di quando in quando Angelo Perozzi, quell’avvocato che fu Commissario nel 48 a Viterbo, Giovanni Vanni della Salara Baldini.
Corrispondeva con Venanzi, ma ignoro ove e quando parlasse, come il grado che aveva nella setta.
Serve di spia anche presso tutti i signori napoletani che serve.
XXI.
(Carattere della Diotallevi.
Indicazioni per arresti.
Si potrebbe cercare i fratelli Ansiglioni nello studio di Caldaroni al vicolo del Vantaggio n.° 8, l’istessa casa ove abita Falcetti e Catufi all’ultimo piano, luogo ove più volte hanno tenuti celati vari inquisiti e soldati disertori.
Il Venturini poi deve per certo essere in qualcuno dei spedali, ed è più probabile a S. Galigano, ove è il sostituto Cesare Scarpini fido amico di Baldassarre Ferri.
Altra casa che più volte vi sono stati celati i li-