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teria, giacchè ogni piccola cosa che in essi si ordini dai superiori ne viene informato il partito liberale sul momento.

All’ufficio della Posta ove si dispensano le lettere, cangiarli tutti.

Sorvegliare i conduttori e corrieri in modo che arrivando o partendo non possano introdurre gli opuscoli e gazzette come armi, denari ed altro.

Sorvegliare il fiume essendo il luogo ove fuggono gli emigrati e di dove fanno gran spedizioni e ne ricevono.

Dare libertà di applaudire nei pubblici teatri; perchè essendo severamente proibito, per fare il rovescio, giacchè è questa la comune intenzione del partito, si acclama clamorosamente.

Proibire affatto al partito sanfedista di attaccare sonetti o bandiere bianche e gialle, iscrizioni di viva il papa re ec. perchè non essendovi questo, il partito liberale non farebbe altrettanto.

Proibire ai presidenti di forzare qualunque ceto di persone a fare l’illuminazione, mettere i parati ec. allora non vedrete bengala nè bandierine tricolori, come fa il Presidente di Borgo che nel 12 aprile e nella festa della cattedra di S. Pietro manda in tutte le case e botteghe del Borgo novo, lanternoni e parati con la minaccia di far chiudere loro le botteghe se si ricusassero, ed è per questo che si mettono le bandierine tricolori e i bengala: se lui non dasse quell’ordine, ma lasciasse la cosa spontanea, non vi sarebbe nulla.

Proibire ai vari preti (il curato di S. Maria del Popolo, il curato di S. Rocco, il Prefetto del Collegio Clementino, l’abate Ricci ed altri che non rammento i nomi) di pagare persone o per l’illuminazione, o per andare per il Corso il carnevale o a S. Pietro nelle festività, che allora il popolo non farà il contrario, e si tolgono i pettegolezzi che veramente non si possono chiamare altrimenti; e per un Governo cadere in simile bassezza è un togliersi da per sè stesso quella forza morale che sola può farsi ubbidire e stimare.

Comandare ai gendarmi di usare modi un poco