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molte cose riguardanti la famiglia borbonica, nè il Generale nè altri potè dalla medesima sapere nulla d’importante relativamente all’andamento ed agli affari del partito Nazionale romano.

Non potè e non poteva saperlo; mentre le relazioni che la Diotallevi aveva col Comitato erano delle più indirette, e l’unico suo ufficio era quello di spia stipendiata e nulla più. Si riscontrino le deposizioni impunitarie da essa fatte, e si vedrà che tutte le sue relazioni si riducevano alle conoscenze del Margutti falegname e del Calza Leopoldo, ministro di una prenditoria di lotti, che le era noto per solo nome, e forse del battiloro Filippo Venturini; i quali, quand’anche avessero appartenuto al partito Nazionale, non potevano per la loro posizione sociale e per la loro capacità essere ammessi a conoscere e trattare le cose più rilevanti e le persone più influenti di esso partito, che lo stesso governo pontificio ha dovuto confessare essere abbastanza accorto nella sua azione, ed assai diffuso anche nelle classi più elevate per valersi in cose d’importanza di persone della scelta del Margutti e del Calza. Che se si voglia una prova di fatto, non essere altro che una menzogna la qualifica di capo sezione che o da per sè si è attribuita la Diotallevi per darsi importanza, o che, per darlene, le ha attribuito il Processante nella Minuta di rivelo, basti il considerare che non avrebbe ricusato di denunciare tutte le persone, che, come capo sezione, sarebbero state da lei dipendenti.

Nè è da omettere che oltre al sesso, e le qualità morali della impunitaria, è più che inverosimile che il Comitato avesse potuto conferire una attribuzione di molto rilievo a chi contava appena i 20 anni, come rilevasi dal primo costituto dell’8 marzo 1862, nel quale domandò essa l’impunità.

La qual circostanza della età dà pure a divedere quanto sia verosimile che essa possa essere minutamente informata dell’origine del partito Nazionale che, stando a quanto asserisce, sarebbe sorto per opera del marchese Migliorati, già ministro Sardo a Roma prima del 1858, vale a dire quando essa contava tutt’al più di-