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tutta la massa del popolo, per la carestia dei viveri prodotta dal monopolio della Banca Romana, e qui si tagliava giù dell’Eminentissimo signor cardinale Antonelli e famiglia, e che non potendo lui per il non intervento convenuto in Zurigo, ritirasse le truppe da Roma per lasciare al popolò il modo di redimersi per sè stesso. Di più si accusava lo Stato Pontificio di prestar mano alle reazioni napoletane con massacro del popolo, e si stringeva, che se era proibito ad esso popolo romano di fare qualunque dimostrazione violenta, altrettanto doveva esser proibito al Governo Pontificio di dare simile eccitamento. Si dava termine colle espressioni le più patetiche e commoventi. Questo Memoriale era piegato in quattro, e seguivano nel sesto di questa piegatura più quaderni di carta fina francese, ove erano marcate circa a seimila firme. E siccome lo spedito oltre alla minuta del Memoriale portò anche un portafoglio a borsa coperto di velluto turchino tutto ricamato in argento con fettucce rosse alla bocca del portafoglio, lavoro eseguito da Enrighetta Gelsi, così colà dentro fu tutto collocato e portato a S. M. l’imperatore Napoleone III dal principe Gabrielli nel suo ultimo viaggio: venne a Roma, sul 13 ottobre 1861, e parti per la Francia sul fine di dello mese.1 Le firme furono incominciate a cercare nel maggio 1861, e dentro agosto erano trovate. Giravano per ottenere le firme:

Giovanni Venanzi.
Achille Margutti.
Vincenzo Margutti.
Filippo Venturini.
Augusto Gulmanelli.
Tittoni, fornitore.
Ferri, mercante.
Deangelis della Manziana.
Rocchi, mercante di campagna a Caropomarzo.
Giuseppe Mazzoni, agrimensore.
Baldassarre Ferri.

  1. Riguardo a questo Indirizzo vedi la nota più sotto.

    C. N. R.