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Caffè de’ Caprettari, caffettiere tristo.
Caffè a Monte Citorio Nuovo, pessimo il caffettiere, fa cantone agli Orfanelli per venire a Monte Citorio.
Caffè del Genio, in via Papale, incontro alla via della Chiesa Nuova.
Osteria di San Giovannino della Pigna.
Idem di Mariano dalle Stimate, per venire in Argentina.
Idem del Fedelinaro alla Chiavica del Bufalo.
22 Marzo 1862.
Ora mi si permetta dire che mio marito si trova in carcere senza alcuna mancanza: esso non è ascritto al partito, e realmente di nulla è addebitabile.
Credo pure di dover far presente che se la Prefettura francese crede siano tre quarti della popolazione romana del partito liberale ed un quarto per il S Padre ne proviene da quanto appresso:
1. Il primo motivo si è che continui sono i reclami di persone qui di Roma, le quali ricorrono sempre alla Prefettura per riparare a loro urgenze, per ottenere impieghi, e per qualsiasi contingenza, credendo di potere impegnare il Governo francese a loro favore, ed io stessa ho visto un ammasso enorme d’istanze.
2 Si divisò dal Comitato e da chi è influente (già nominati) di fare una petizione all’Imperatore onde dimostrare che Roma pure non deve più aspettare di avere l’esito delle altre provincie ecc., e per dirlo in meno mi studierò di ricordare il sunto della petizione, che era stesa in una bellissima carta da memoriali, ma scherzeggiata a guisa di merletto all’intorno e con una guida di fiori, emblemi francesi, gigli e fiordalisi. Era scritta in quattro pagine piene: la stése Luigi Gulmanelli e la mandò per mezzo di un espresso da me sconosciuto a Roma al fratello Augusto. Eccone appresso a poco il sunto. Gli si faceva il quadro complessivamente di tutte le desolate famiglie, chi per le prigioni, chi per gli esilii, ohi per le emigrazioni, chi per le vessazioni e