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queste macchine. Quelli venuti ad Augusto Gulmanelli non può essere diversamente che l’abbia distribuiti ai suoi dipendenti, ma non li saprei nominare perchè null’altro ne ho saputo.
Relativamente a Cesare Lucatelli, oltre quanto ho esposto, debbo dire, che non volendo il partito Piemontese che si facesse alcunchè in quella sera, quando all’opposto la Carboneria intendeva di promuovere un’azione violenta, io divisai con mio marito Antonio, Francesco Gioia, la sua donna Erodiade Federici, che credevo fosse sua moglie, Cesare Scarpini altro sostituto in allora a S. Giovanni, Giovan Battista Sani sostituto della Consolazione, ma quella sera era di libertà, di recarci a fare una passeggiata alla Consolazione, dove avressimo fatto un piccolo rialto con un cocomero, rum ec. Giunti colà, si unirono con noi gli altri giovani studenti ad invito di Baldassarre Ferri sostituto e di guardia in quella sera.
Nell’infrattanto veniva Filippo Venturini che abita ai Cappellari, n.° 55 o 60, secondo piano, e voleva a forza portarci alla girandola, dicendo che in quella sera conveniva dar braccio alla mischia che vi doveva nascere. Io stetti per le negative, dicendo che il Comitato l’avea inibito; ma questo dopo avere inutilmente rampognati gli altri che si lasciavano persuadere da me, volle andarci, e s immischiò nella zuffa fino al punto che rimase leggermente ferito da un colpo di squadrone alla parte esterna del braccio sinistro; però oltre il taglio del soprabito da estate e relativa camicia ec. era rimasto solo superficialmente ferito e fu curato poi segretamente dal solo Baldassarre Ferri. So che Giovanni Venanzi, Achille Margotti, Vincenzo Margutti, Leopoldo . . . . sono stati egualmente nell’azione, e sono stati quelli che in unione di Achille Ansiglioni e Domenico Catufi hanno brogliato, blaterato, e fatto di tutto per far credere che il Lucatelli fosse innocente. Di più è a mia cognizione che questi ultimi due volesser metter fuori un documento sull’innocenza del Lucatelli onde deviare la processura mentre si stava compilando; ma poi temerono di rimanerci compromessi. Si divisò anche dal Venanzi di fare offrire una forte somma al giudice processante, perchè