grasso, basso, rosso, di circa anni 35, fratello di Achille Ansiglioni su nominato. Domenico Catufi poi fu quello che incollò nei cartoni e ritoccò le negative del ritratto. Ne tirarono circa 60 copie, delle quali 15 ne furono mandate a Torino, 10 a Parigi, a mezzo di spedizione di qui fatta a Terni a Pietro Patrizi, mentre esso ha trafile certe di corrispondenza; per Roma ne furono mandate una trentina, e ne spedirono, credo, per la posta un esemplare al re di Napoli, e forse anche all’Eminentissimo
Antonelli, e al General francese. Uno degli atteggiamenti era totalmente ignuda, seduta semisdraiata in una poltrona, con la mano alla natura in atto di far ditali, avente in prospettiva di essa i ritratti di Sua Santità, del signor Generale, dell’Eminentissimo Antonelli, e dell’ufficiale de’ zuavi De-Castro. La seconda posizione rappresentava la regina ignuda al bagno in una bagnarola rotonda, sulla quale galleggiavano membri umani di tutte le proporzioni quali essa andava accarezzando. La terza si vedeva ignuda, lunga sopra un sofà, avente sopra in atto di coito un zuavo in modo da non vedersi il volto, e si divulgò essere quello De-Castro ufficiale de’ zuavi; sotto poi a questa esposizione leggevasi in lingua spagnuola «Tomes sit gigar» (prendete questo zigaro). Gli posero questa espressione, perchè al dir di essi, stando in un giorno De-Castro dal re dopo il pranzo, nel dare un zigaro alla regina così si esprimesse, e che nel riceverlo le stringesse la mano; del che accertasene la regina madrigna facesse chiassi, e che irritata la regina giovane di ciò, prendesse un pizzo della tavoglia e mandasse in guasto la tavola; ciò che ha riferito un giovane da me sconosciuto, ma che la corte chiama sempre in aiuto dei camerieri per servire a tavola. e che vi fu a servire anche all’occasione che fu pranzo dal re di Napoli Sua Santità. Questo birbante seppe dire perfino che Sua Santità si era ubriacato, appoggiando che questa era la sborgnia del giorno avanti allorchè Sua Santità si svenne dicendo o assistendo messa la terza festa di Pasqua 1861. La quarta posizione rappresentava la regina sempre tutta ignuda in un sofà mezza addormentata, e Sua Santità che sta per