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cola mosca, avente anche voce garula da vecchia, che vestiva politamente, e che mi si disse mandato dalla polizia; e ricordo di aver firmato il verbale nel palazzo del Generale francese.
Ritornando a parlare sulla famiglia della Corte di Napoli, potrò esporre fatti delittuosi che provengono da solo livore di spirito di parte.
Sappia adunque che il partito divisò di fare ingiuria alla corte di Napoli col ritrattare in mosse le più oscene la regina, ed ecco come si principiò a dare esecuzione all’iniquo divisamente.1
Evvi una giovane scuffiara, romana per quanto credo di nascita, dell’età di circa 20 anni, che nei primi dì del gennaio 1862 lavorava come giovane presso la cuffiara al pozzo delle Cornacchie, e che, dopo di aver cercato di prender con essa entratura ordinandole un cappello di scudi 5 che inutilmente ho atteso, non ho potuto più sapere ove sia andata, e non mi si è voluto dire nè dalla cuffiara nè dalle altre giovani ove sia ed ove dimori. Questa giovane che somiglia quasi alla perfezione, fu chiamata da . . . . . . Deangelis della Manziana: portata a casa sua, sotto pretesto di far cappelli alla sua amica che tiene, e per la quale ha abbandonata la famiglia, ebbe dallo stesso Deangelis da prima scudi 100, con la qual somma dopo tante renunzie, condiscese di farsi ritrattar nuda con la fotografia quattro volte, ossia si stabilì dovesse stare a quattro pose di diverso atteggiamento sempre perfettamente ignuda. Fu ritrattata nella stessa camera del Deangelis dall’ottico Ansiglioni padrone proprio del negozio al Corso, uomo
- ↑ Lasciamo le favole della sgarberia alla ex-regina al Pincio, e del sequestro delle armi bianche alla Storta: esse son nulla rimpetto a questa che segue. Il lettore vi colga un saggio del pudore della rivelante. Il fatto è sì laido che solo chi è stato sì svergognato dal raccontarlo in tutti i suoi lascivi particolari, può ritenersene autore ed attore. La Sibilla e il suo marito erano fotografi, lo ricordi il lettore; e giudichi qual possa essere stata la modella che servi ai turpe soggetto. Del resto, il partito Nazionale di Roma non ha d’uopo pur di sdegnarsi di così impudente accusa: la sua moralità è troppo conosciuta e provata.
C. N. R.