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liti il Corso, Ripetta e Babuino, e con altre line formò un largo quadrato alla gran Guglia, impedendo così qualunque azione del popolo contro il Re, ed in modo da non dare a divedere cosa alcuna, perchè perfino gli zuavi e linea pontificia erano rimasti chiusi con gran parte del popolo, che anzi con quelli stessi che dovevano frapporsi all’azione che avrebbero intrapresa i militi pontificii. Fu notevole che appena dato il segnale col battito di mani fu seguito dai segni di silenzio, e così si riparò anche a questo male.


Sequestro di alcune armi bianche settarie.


Parlando cronologicamente narrerò che otto o dieci giorni dopo l’uccisione Velluti, in ogni modo prima che andasse a morte Lucatelli, fui io incaricata dal lodato signor Generale di prendere un posto in una vettura di cui mi diede i necessari contrassegni, adducendo di dovere andare a Monterosi; e ciò nella stalla de’ Sebasti al Clementino, affine dassi segni ai gendarmi francesi se vi fosse però stata una cassa a doppio fondo di cui mi diede pure le indicazioni. Effettuai quanto mi aveva ordinato. Giunta alla Storta scesi per far colazione come gli altri forestieri, e dissi ai gendarmi francesi «Allé ce là la carosse (sic);» la sorpresero; ed io dopo fatta colazione tornai indietro montando in altro legno che aveva portato il signor capitano di gendarmeria francese, ma per istrada si attesero per tre quarti d’ora i gendarmi francesi, i quali venuti, portarono due cassette, una aperta piena di armi bianche, cioè stili a trincio e forconi, altra cassetta chiusa che non so cosa contenesse, ed un grosso pacco di carte tutte infilzate ad uso bollette di macinato coperte sopra e sotto da una tavoletta e legate con fil di ferrò al di fuori. Narro ciò, perchè mi si disse che quella apprensione era in favore del Governo pontificio; e di fatti vidi che il tutto fu consegnato ad un uomo alto, color terrigno, con i capelli tagliati alla Fieschi, occhi grandi, sporgenti, avente il bianco della palla alcun poco giallognola, baffi spennacchiati da castrone; mi pare, ma non son certa, che porti una pic-