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Libro I 37

quel giudicio eleggendo,chiama il Signor Cagnino dal civile a quello de gli steccati. Et chiamando egli, al Signor Cagnino si appartiene di ripondere. Et essendo il chiamar proprio dello attore,et il rispondere del reo, egli viene a farsi attore, et il Signor Cagnino è rimasto ner reo: Et come reo dee aspettar di esser chiamato: Che il Signor Cesare non solamente nel cartello mostra havere intentione di volergli dir villania,ma nel suo manifesto anchora dice haver da dire, et da combattere al cuna cosa di più. Havendo dunque egli da dire tante cose, et da combattere: Ne sentendosi il Signor Cagnino havere da fare altro che da udirlo, da rispondergli, et da difendersi, ragionevol cosad è, che come reo procedendo, egli habbia da aspettare che egli lo chiami a quel prima proposto parlamento, et a questo nuovamente proposto abbattimento. Or essendosi il Signor Cesare (sì come di sopra si é dimostro) per se stesso obligato di quella così euidente obligatione, non veggo di che la altrui autorità, o le dltrui scritture lo possano rilevare. Et per dir di quelle dlcuna cosa. Primieramente per quella patente, la quale egli publica per patente del Re, si mostra, che facendo il Re fondamento sopra parole di esso Signor Cesare, che ha detto haver testimoni, che il Signor Cagnino ha detto mal di lui,et sopra una lettera, che esso ha medesdìmamente appresentata per lettera del Signor Cdgnino: Sopra cotali cose, dico, facendo fondamèto senza vedere altra esaminatìone di testimoni, o giuslificatione di cui quella lettera sia, par che il Re habbia dichiarato che il Signor Cagnino sia di ragione stato da lui mentito, et che ad