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P A R T E. 7

SONETTO VIII.


A
Pie’ de’ colli ove la bella vesta

     Prese delle terrene membra pria
     La Donna che colui ch’a te ne ’nvia,
     4Spesso dal sonno lagrimando desta:
Libere in pace passavam per questa
     Vita mortal, ch’ogni animal desia,
     Senza sospetto di trovar fra via
     8Cosa ch’al nostr’andar fosse molesta.
Ma del misero stato ove noi semo
     Condotte da la vita altra serena,
     11Un sol conforto, e de la morte, avemo:
Che vendetta è di lui ch’a ciò ne mena;
     Lo qual’in forza altrui, presso a l’estremo
     14Riman legato con maggior catena.


SONETTO IX.


Q
Uando ’l pianeta che distingue l’ore,

     Ad albergar col Tauro si ritorna;
     Cade virtù da l’infiammate corna,
     4Che veste il mondo di novel colore:
E non pur quel che s’apre a noi di fore,
     Le rive e i colli di fioretti adorna;
     Ma dentro, dove già mai non s’aggiorna,
     8Gravido fa di sè il terrestro umore,
Onde tal frutto, e simile si colga:
     Così costei, ch’è tra le donne un Sole,
     11In me movendo de’ begli occhi i rai
Cria d’amor penseri, atti, e parole;
     Ma come ch’ella gli governi, o volga,
     14Primavera per me pur non è mai.