Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
4 | P R I M A |
SONETTO II.
E punir in un dì ben mille offese,
Celatamente Amor l’arco riprese,
4Com’uom ch’a nocer luogo, e tempo aspetta.
Era la mia virtute al cor ristretta,
Per far ivi, ne gli occhi sue difese:
Quando ’l colpo mortal laggiù discese
8Ove solea spuntarsi ogni saetta.
Però turbata nel primiero assalto
Non ebbe tanto nè vigor, nè spazio,
11Che potesse al bisogno prender l’arme;
Ovvero al poggio faticoso, ed alto
Ritrarmi accortamente dallo strazio;
14Del qual oggi vorrebbe, e non può aitarme.
SONETTO III.
Per la pietà del suo Fattore i rai:
Quand’ i’ fui preso, e non me ne guardai,
4Che i be’ vostr’occhi, Donna, mi legaro.
Tempo non mi parea da far riparo
Contra colpi d’Amor: però n’andai
Secur, senza sospetto: onde i miei guai
8Nel comune dolor s’incominciaro.
Trovommi Amor del tutto disarmato,
Ed aperta la via per gli occhi al core;
11Che di lagrime son fatti uscio, e varco:
Però, al mio parer, non li fu onore
Ferir me di saetta in quello stato,
14E a voi armata non mostrar pur l’arco.