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za di Monsignor Reverendissimo Sadoleto, e di Monsignor Paolo suo nipote, Eletto di quella città. Nel qual tempo io, com’ozioso ch’era, visitando più d’una volta quelle contrade, e spezialmente la fonte di Sorga in Valchiusa, dove il Petrarca con tanto studio lungamente si trattenne, ebbi comodità di discorrere tutte ‘l Opere sue Latine, che quivi da un’amico mi furono prestate, nelle quali molti luoghi notai degli accidenti de la vita sua, che dagli scrittori di quella non erano stati avvertiti, avendo solamente discorso, ed assai leggermente, come s’innamorò, e visse, e finalmente morì.

Perchè, parendomi che gran torto venisse fatto a quel bello ingegno, ed a quella buona natura di che Dio gli fece grazia, raccolsi intorno a ciò molti capi, com’alle volte vi ho ragionato. Ed ora, poichè tanto me n’avete fatto instanza, con l’occasione di questa quiete, tenterò per quanto sarà in poter mio di soddisfarvi. E se forse non avrò scelto ogni cosa delle sue molte virtuti, voi per quella medesima strada camminando ch’io già discorrendo passai, cioè attentamente leggendo l’Opere sue Latine, e Volgari, potrete far crescere il volume; che piena autorità ve ne dò; come quello che in Ragusi siete più ozioso di me, e su questo fiore della gioventù vostra potete a simili studj onestamente attendere: dove io e per l’età, e per il debito dell’offizio sono a pensieri più gravi chiamato, da che al presente la piacevolezza del luogo, com’ho detto, per pochi giorni m’assolve. Nell’Isola di Giupana del dominio di Ragusi, addi 28. di Luglio 1540.


Scris-