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lvi COMP. DELLA VITA

casa di Sado. In tutto il tempo, che questa visse, il che fu fino alli 6. d’Aprile del 1348, e molti anni anche dopo la morte di essa durò l’amore del nostro Poeta, e quindi prese motivo di scrivere la maggior parte delle sue cose volgari e parte ancora delle latine. Non istette nondimeno sempre fermo tra le solitudini di Valchiusa. Non istaremo qui a riferire tutti i suoi viaggj, fatti principalmente co’ Signori Colonnesi, de’ quali fu intimo amico e dimestico. Basterà solamente accennare, che egli accomodatosi al servigio di papa Giovanni XXII. fu bensì adoperato da lui in molti gravissimi affari non meno in Italia, che in Francia; ma non ricevendone la ricompensa dovuta alle sue fatiche, e conforme a’ suoi desideri, ciò lo fece risolvere a far ritorno nella sua solitudine, dove compose tra l’altre cose gran parte del suo Poema (1341.) del Africa, per cui con onore per tanti secoli disusato ottenne dal Senato di Roma nel Campidoglio la corona di alloro, li 8. Aprile dell’anno 1341. Le particolarità di questa insigne funzione, alla quale fu invitato nello stesso giorno e dal Senato Romano, e dall’Università di Parigi, furono in gran parte descritte dallo stesso Poeta in alcune delle sue Pistole;1 e se ne ha una tal qual relazione in una Lettera, che va alle stampe sotto il nome di Sennuccio del Bene, Fiorentino, Poeta contemporaneo al Petrarca di qualche grido: ma noi crediamo sicuramente essere invenzione di autore assai più recente2, e forse di Girolamo Marcatelli, Canonico Padovano, che pretende di

  1. Osservazione.
  2. Vedi la Vita scritta dal Beccatelli a c. xix.