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DEL PETRARCA. | li |
SONETTO
Ritrovato nella sepoltura di Madonna Laura in Avignone del 1533. 1
Di quell’alma gentile, e sola in terra.
Aspro e dur sasso, or ben teco hai sotterra
Il vero onor, la fama, e beltà scossa.
Morte ha del verde Lauro svelta, e mossa
Fresca radice, e ’l premio di mia guerra
Di quattro lustri, e più; s’ancor non erra
Mio pensier tristo; e ’l chiude in poca fossa.
Felice pianta in borgo d’Avignone
Nacque, e morì; e qui con ella giace
Ma penna, e ’l stil, l’inchiostro, e la ragione.
O delicati membri, o vita face,
Ch’ancor mi cuoci, e struggi! inginocchione
Ciascun preghi ’l Signor t’accetti in pace.
Carmina Petrarcæ in Funeræ Electæ Matris.
Atque aures adverte pias, si præmia cælo
Digna fenens virtus, alios non sperint honores.
Quid tibi pollicear? nisi quod velut alta Tonantis
- ↑ Se qui non ha errore, convien dire che vi sia nella data della lettera del Beccatelli, e che in vece di 1540 debba leggersi 1558. quando questo sonetto si sia ritrovato 25 anni avanti, come agli afferma a carte xiii. lin. 7. V. a c. lvi. e poi alle xix.
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