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Dei Signori Colonnesi non accade dir molto, ch’esso1 e in rima, e in prosa ne fa buon testimonio; e dice in una Epistola2, già vecchio, parlando della Casa Colonna: Quam dilexi, & diligam, dum me diligam imperocchè fu non solo dal Vescovo, ma dal Cardinale amato come fratello, e dal Signore Stefano lor padre come figliuolo tenuto. E riferisce tra l’altre cose che, ritrovandosi in Avignone ancora giovane, e in casa del Cardinale Colonna, occorse che per alcuno bisogno il Cardinale volle parlare a tutti i suoi di casa, e fattili chiamare dava ad uno per uno il giuramento di dirgli il vero, dal qual’atto non assolse anco il Signor’ Agapito suo fratello Vescovo di Luna: e così giurando tutti, quando il Petrarca porse la mano sua per metterla sul libro, che ’l Cardinale teneva, esso lo ritirò dicendo: Di questo basta la parola sola, e non accade giuramento facendogli tal’onore in presenza della famiglia tutta.

Fu, com’è detto, caro ai Signori, ed ai privati; e non già perch’egli fosse adulatore, essendo nimico delle cose mal fatte, e riprendendole senza rispetto; di che fanno fede tante sue composizioni, e massime le Epistole scritte a Papi, e Prelati3. Per lo che alcuni maligni, e viziosi male lo comportavano, ed un Cardinale tra gli altri per nuocergli se poteva, e metterlo in disgrazia di Papa Innocenzio VI. disse ch’era eretico4 perchè studiava Virgilio5, e che biasimava la corte. La qual

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  1. Nelle fam. Ep. 39.
  2. Nelle sen. l. 15. Ep. 1.
  3. Nelle sen. lib. 17. e lib. 13. Ep. lib. 14. e lib. 11. Ep. 3.
  4. Nelle famil. Ep. 87.
  5. Nelle sen. l. 1. Ep. 4.