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DELLA FAMA CAP I. 303

Ché potea il cor del qual sol io mi fido,
     170Volgersi altrove, a te essendo ignota,
     Ond’io fora men chiara e di men grido. -
- Questo no - rispos’io - perché la rota
     Terza del ciel m’alzava a tanto amore,
     Ovunque fusse, stabile et immota! –
175- Or così sia - diss’ella. - I’ n’ebbi onore
     Ch’ancor mi segue; ma per tuo diletto
     Tu non t’accorgi del fuggir de l’ore.
Vedi l’Aurora de l’aurato letto
     Rimenar ai mortali il giorno, e ’l sole
     180Già fuor de l’oceano infin al petto.
Questa vien per partirne, onde mi dole.
     S’a dir hai altro, studia d’esser breve,
     E col tempo dispensa le parole. -
- Quant’io soffersi mai, soave e leve -
     185Dissi - m’ha fatto il parlar dolce e pio;
     Ma ’l viver senza voi m’è duro e greve.
Però saper vorrei, madonna, s’io
     Son per tardi seguirvi, o se per tempo. -
     Ella, già mossa, disse: - Al creder mio,
190Tu starai in terra senza me gran tempo.
     


DEL TRIONFO


DELLA FAMA


CAPITOLO PRIMO.


Da poi che Morte triunfò nel volto
     Che di me stesso triunfar solea,
     E fu del nostro mondo il suo sol tolto,
Partissi quella dispietata e rea,
     Pallida in vista, orribile e superba
     Che ’l lume di beltate spento avea: