Pagina:Le rime di M. Francesco Petrarca I.djvu/373

290 TRIONFO

Senno e Modestia a l’altre due confine,
     Abito con Diletto in mezzo ’l core,
     Perseveranza e Gloria in su la fine;
85Bella Accoglienza, Accorgimento fore,
     Cortesia intorno intorno e Puritate,
     Timor d’infamia e Desio sol d’onore,
Penser canuti in giovenile etate,
     E, la concordia ch’è sì rara al mondo,
     90V’era con Castità somma Beltate.
Tal venia contr’Amore e ’n sì secondo
     Favor del cielo e de le ben nate alme,
     Che de la vista e’ non sofferse il pondo.
Mille e mille famose e care salme
     95Torre gli vidi, e scuotergli di mano
     Mille vittorïose e chiare palme.
Non fu ’l cader di subito sì strano
     Dopo tante vittorie ad Aniballe
     Vinto a la fin dal giovine Romano;
100Non giacque sì smarrito ne la valle
     Di Terebinto quel gran Filisteo
     A cui tutto Israel dava le spalle,
Al primo sasso del garzon ebreo;
     Né Ciro in Scizia, ove la vedova orba
     105La gran vendetta e memorabil feo.
Com’uom ch’è sano e ’n un momento ammorba,
     Che sbigottisce e duolsi, o colto in atto
     Che vergogna con man dagli occhi forba,
Cotale era egli, e tanto a peggior patto,
     110Che paura e dolor, vergogna et ira
     Eran nel volto suo tutte ad un tratto.
Non freme così ’l mar quando s’adira,
     Non Inarime allor che Tifeo piagne,
     Non Mongibel s’Encelado sospira.
115Passo qui cose glorïose e magne
     Ch’io vidi e dir non oso: a la mia donna
     Vengo et a l’altre sue minor compagne.