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xxxviii V I T A

     Hunc oro, mi care nimis, spesque unica nostrum,
     35Ingenio quamquam valeas, cælosque penetres,
     Nec Latium solum fama, sed sidera pulses,
     Concivem, doctumque satis, pariterque poetam
     Suscipe, junge tuis, lauda, cole, perlege. Nam si
     Feceris hoc, magni & te decorabis, & illum
     40Laudibus, o nostræ eximium decus urbis, & orbis.

Nè degli amici privati ch’amassero il Petrarca, furono manco i Signori, e Principi ed in Italia, e fuori. tale grazia gli dava la sua virtute.

Papa Benedetto XI. Clemente VI.1 Innocenzio VI. ed Urbano V. lo desideravano aver appresso, e con onorate condizioni: e, fatto già vecchio, non mancò Papa Gregorio XI. pregarlo instantemente a voler esser seco, preparando la sua venuta in Italia con la Corte a Roma, come fece.

Lodovico e Carlo Imperadori ne fecero grandissima stima, e lo chiamarono più volte a sè in Germania, e prezzarono il suo giudicio, come si vede dalle lettere che a loro scriveva2.

Giovanni II. Re di Francia3, che visse al tempo di Papa Innocenzio VI. lo richiese anch’esso, a quel tempo appunto che Papa Innocenzio4 per secretario lo domandava; di che si duole, e scusa con un’amico suo5.

Da

  1. Nelle sen. al I. lib. Ep. 2 e 4 nel lib. 13. Ep. 8. e 14. e nel lib. 11 Ep. 1. e 2.
  2. Nelle sen. lib. 15. Ep. 2. e nel lib. di ignor. sui col. 5. e contra Gallum col. 7.
  3. Nelle dopo sen. Ep. 43.
  4. Nelle lib. de ignor. col. 6.
  5. Nel I. delle sen. Ep. 2.