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274 DEL TRIONFO

Pianto fu ’l mio di tanta sposa erede:
     In lei ogni mio ben’, ogni speranza
     Perder elessi, per non perder fede.
70Ma cerca omai, se trovi in questa danza
     Mirabil cosa; perchè ’l tempo è leve;
     E più dell’opra che del giorno avanza.
Pien di pietate er’ io pensando il breve
     Spazio al gran foco di duo tali amanti:
     75Pareami al Sol’ aver’ un cor di neve;
Quando udì dir su nel passar avanti,
     Costui certo per sè già non mi spiace;
     Ma ferma son d’odiarli tutti quanti.
Pon, dissi, ’l cor, o Sofonisba, in pace;
     80Che Cartagine tua per le man nostre
     Tre volte cadde, ed alla terza giace.
Ed ella: Altro vogl’io che tu mi mostre:
     S’Africa pianse, Italia non ne rise:
     Domandatene pur l’istorie vostre.
85Intanto il nostro, e suo amico si mise
     Sorridendo con lei nella gran calca;
     E fur da lor le mie luci divise.
Com’ uom che per terren dubbio cavalca,
     Che va restando ad ogni passo, e guarda;
     90E ’l pensier dell’andar molto diffalca;
Così l’andata mia dubbiosa e tarda
     Facean gli amanti: di che ancor m’aggrada
     Saper quanto ciascun’, e ’n qual foco arda.
I’ vidi in da man manca un fuor di strada;
     95A guisa di chi brami e trovi cosa
     Onde poi vergognoso, e lieto vada;
Donar altrui la sua diletta sposa:
     O sommo amor’, o nova cortesia!
     Tal, ch’ella stessa lieta, e vergognosa
100Parea del cambio; e givansi per via
     Parlando insieme de’ lor dolci affetti,
     E sospirando il regno di Soria.