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270 DEL TRIONFO

Or di lui si triunfa, et è ben dritto,
     Se vinse il mondo et altri ha vinto lui,
     Che del suo vincitor sia gloria il vitto.
L’altro è suo figlio; e pure amò costui
     95Più giustamente: egli è Cesare Augusto,
     Che Livia sua, pregando, tolse altrui.
Neron è il terzo, dispietato e ’ngiusto;
     Vedilo andar pien d’ira e di disdegno;
     Femina ’l vinse, e par tanto robusto.
100Vedi ’l buon Marco d’ogni laude degno,
     Pien di filosofia la lingua e ’l petto;
     Ma pur Faustina il fa qui star a segno.
Que’ duo pien di paura e di sospetto,
     L’un è Dionisio e l’altr’è Alessandro;
     105Ma quel di suo temer ha degno effetto.
L’altro è colui che pianse sotto Antandro
     La morte di Creusa, e ’l suo amor tolse
     A que’ che ’l suo figliuol tolse ad Evandro.
Udito hai ragionar d’un che non volse
     110Consentir al furor de la matrigna
     E da’ suoi preghi per fuggir si sciolse,
Ma quella intenzïon casta e benigna
     L’occise, sì l’amore in odio torse
     Fedra amante terribile e maligna,
115Et ella ne morio: vendetta forse
     D’Ippolito, e di Teseo, e d’Adrianna,
     Ch’a morte, tu ’l sai bene, amando corse.
Tal biasma altrui che se stesso condanna;
     Ché chi prende diletto di far frode,
     120Non si de’ lamentar s’altri lo ’nganna.
Vedi ’l famoso, con sua tanta lode,
     Preso menar tra due sorelle morte:
     L’una di lui, ed ei de l’altra gode.
Colui ch’è seco è quel possente e forte
     125Ercole, ch’Amor prese; e l’altro è Achille,
     Ch’ebbe in suo amar assai dogliose sorte.