Or di lui si triunfa, et è ben dritto,
Se vinse il mondo et altri ha vinto lui,
Che del suo vincitor sia gloria il vitto.
L’altro è suo figlio; e pure amò costui 95Più giustamente: egli è Cesare Augusto,
Che Livia sua, pregando, tolse altrui.
Neron è il terzo, dispietato e ’ngiusto;
Vedilo andar pien d’ira e di disdegno;
Femina ’l vinse, e par tanto robusto. 100Vedi ’l buon Marco d’ogni laude degno,
Pien di filosofia la lingua e ’l petto;
Ma pur Faustina il fa qui star a segno.
Que’ duo pien di paura e di sospetto,
L’un è Dionisio e l’altr’è Alessandro; 105Ma quel di suo temer ha degno effetto.
L’altro è colui che pianse sotto Antandro
La morte di Creusa, e ’l suo amor tolse
A que’ che ’l suo figliuol tolse ad Evandro.
Udito hai ragionar d’un che non volse 110Consentir al furor de la matrigna
E da’ suoi preghi per fuggir si sciolse,
Ma quella intenzïon casta e benigna
L’occise, sì l’amore in odio torse
Fedra amante terribile e maligna, 115Et ella ne morio: vendetta forse
D’Ippolito, e di Teseo, e d’Adrianna,
Ch’a morte, tu ’l sai bene, amando corse.
Tal biasma altrui che se stesso condanna;
Ché chi prende diletto di far frode, 120Non si de’ lamentar s’altri lo ’nganna.
Vedi ’l famoso, con sua tanta lode,
Preso menar tra due sorelle morte:
L’una di lui, ed ei de l’altra gode.
Colui ch’è seco è quel possente e forte 125Ercole, ch’Amor prese; e l’altro è Achille,
Ch’ebbe in suo amar assai dogliose sorte.