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P A R T E. 261

     Anzi la prima, e con più chiara lampa;
     O saldo scudo de l’afflitte genti
     Contra colpi di Morte, o di Fortuna;
     Sotto’l qual si trionfa, non pur scampa:
     20O refrigerio al cieco ardor ch’avvampa
     Qui fra mortali sciocchi,
     Vergine, que’ begli occhi
     Che vider tristi la spietata stampa
     Ne’ dolci membri del tuo caro Figlio,
     25Volgi al mio dubbio stato;
     Che sconsigliato, a te vien per consiglio.
Vergine pura, d’ogni parte intera,
     Del tuo parto gentil figliola, e madre;
     Ch’allumi questa vita, e l’altra adorni;
     30Per te il tuo Figlio, e quel del somo Padre,
     O finestra del Ciel lucente, altera,
     Venne a salvarne in su li estremi giorni:
     E fra tutt’i terreni altri soggiorni
     Sola tu fosti eletta,
     35Vergine benedetta;
     Che’l pianto d’Eva in allegrezza torni:
     Fammi; che puoi; de la sua grazia degno,
     Senza fine o beata,
     Già coronata nel superno regno.
40Vergine santa, d’ogni grazia piena;
     Che per vera, e altissima umiltate
     Salisti al Ciel’, onde miei preghi ascolti;
     Tu partoristi il fonte di pietate,
     E di giustizia il Sol, che rasserena
     45Il secol pien d’errori oscuri, e folti:
     Tre dolci, e cari nomi ha’ in te raccolti,
     Madre, Figliuola, e Sposa;
     Vergina gloriosa,
     Donna del Re che nostri lacci ha sciolti,
     50E fatto’l mondo libero, e felice;
     Ne le cui sante piaghe


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