Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
SONETTO CCCXVII.
Ovver piangendo il tuo tempo passato
Vedendoti la notte e ’l verno a lato,
4E ’l dì dopo le spalle, e i mesi gai;
Se, come i tuoi gravosi affanni sai,
Così sapessi il mio simile stato;
Verresti in grembo a questo sconsolato
8A partir seco i dolorosi guai.
I’ non so se le parti sarian pari;
Chè quella cui tu piangi, è forse in vita;
11Di ch’a me Morte, e ’l Ciel son tanto avari:
Ma la stagione, e l’ora men gradita,
Col membrar de’ dolci anni, e de li amari,
14A parlar teco con pietà m’invita.
CANZONE XLIX.
Coronata di stelle, al sommo Sole
Piacesti sì, che ’n te Sua luce ascose;
Amor mi spinge a dir di te parole:
5Ma non so ’ncominciar senza tu’ aita,
E di colui ch’amando in te si pose.
Invoco lei che ben sempre rispose,
Chi la chiamò con fede.
Vergine, s’a mercede
10Miseria estrema dell’umane cose
Giammai ti volse, al mio prego t’inchina:
Soccorri a la mia guerra;
Bench’i’ sia terra, e tu del Ciel Regina.
Vergine saggia, e del bel numero una
15Delle beate vergini prudenti;