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ricusò d’esser Vescovo, essendogli più d’una volta offerto di farlo. La qual cosa offendeva, come1 dice, gli amici; anzi, facendogli scrivere Papa Urbano che voleva in ogni modo accrescergli l’entrata, rispose ringraziando, e non ricusando l’offerta, purchè non fossero beneficj curati; de’ quali nessuno voleva, parendogli assai il render conto a Dio benedetto dell’anima sua, non che di quella d’altri.

Viveva, e stava semplicemente, e massime nelle solitudini, e diceva2 per tappeti fini bastargli la paglia monda, cioè le stuoje; e dal Testamento che fece, chiaramente si comprende, com’esso dice, che molti danari, e roba non avanzava.

Vedesi per le sue Epistole, ch’a gli amici non mancava d’ajutarli, e soccorrerli; come tra gli altri M. Giovanni Boccaccio3, il quale, parendogli d’essergli molto debitore, fece scusa seco; a che il Petrarca risponde, non sapere d’essere con lui creditore se non d’amore, e però che lasci questo pensiero.

Non voglio qui tacere una cosa che Monsignor Reverendissimo M. Pietro Bembo mi disse una volta in Padova, aver inteso dal Clarissimo M. Bernardo suo padre; il qual riferiva ch’essendo giovanetto andò con alcuni altri a spasso in Arquato, ove trovò un contadino di quel paese vecchissimo, col quale parlando del Petrarca, che in quella villa era morto, e sepolto, il vecchio disse che nella sua puerizia lo aveva più volte veduto; e che di verno porta-

va

  1. Nelle dopo sen. Ep. 49. contra Gallum c.5.
  2. Nelle sen. lib. 8. Ep. 2.
  3. Nelle sen. lib. 1. Ep. 5. al fine.