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P A R T E . | 221 |
SONETTO CCLXXII.
Con refrigerio in mezzo ’l foco vissi;
Passato è quella di ch’io piansi et scrissi,
4Ma lasciato m’à ben la penna e ’l pianto.
Passato è ’l viso sì leggiadro et santo,
Ma passando i dolci occhi al cor m’à fissi:
Al cor già mio, che seguendo partissi
8Lei ch’avolto l’avea nel suo bel manto.
Ella ’l se ne portò sotterra, e ’n cielo
Ove or trïumpha, ornata de l’alloro
11Che meritò la sua invicta honestate.
Così disciolto dal mortal mio velo
Ch’a forza mi tien qui, foss’io con loro
14Fuor de’ sospir’ fra l’anime beate!
SONETTO CCLXXIII.
Al tempo lieto già pensosa et trista,
Sì ’ntentamente ne l’amata vista
4Requie cercavi de’ futuri affanni,
Agli atti, a le parole, al viso, ai panni,
A la nova pietà con dolor mista,
Potêi ben dir, se del tutto eri avista:
8Questo è l’ultimo dì de’ miei dolci anni.
Qual dolcezza fu quella, o misera alma!
Come ardavamo in quel punto ch’i’ vidi
11Gli occhi i quai non devea riveder mai,
Quando a lor come a’ duo amici più fidi
Partendo in guardia la più nobil salma,
14I miei cari penseri e ’l cor, lasciai!