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P A R T E . | 201 |
SONETTO CCXXXII.
Nel tempo, che tornar non pote omai?
Anima sconsolata, che pur vai
4Giungnendo legne al foco ove tu ardi?
Le soavi parole e i dolci sguardi
Ch’ad un ad un descritti et depinti ài,
Son levati de terra; et è, ben sai,
8Qui ricercarli intempestivo et tardi.
Deh non rinovellar quel che n’ancide
Non seguir più penser vago, fallace,
11Ma saldo et certo, ch’a buon fin ne guide.
Cerchiamo ’l ciel, se qui nulla ne piace:
Chè mal per noi quella beltà si vide,
14Se viva et morta ne devea tôr pace.
SONETTO CCXXXIII.
Non basta ben ch’Amor, Fortuna et Morte
Mi fanno guerra intorno e ’n su le porte,
4Senza trovarmi dentro altri guerreri?
Et tu, mio cor, anchor se’ pur qual eri,
Disleal a me sol, che fere scorte
Vai ricettando, et se’ fatto consorte
8De’ miei nemici sì pronti et leggieri?
In te i secreti suoi messaggi Amore,
In te spiega Fortuna ogni sua pompa,
11Et Morte la memoria di quel colpo
Che l’avanzo di me conven che rompa;
In te i vaghi pensier’ s’arman d’errore:
14Perchè d’ogni mio mal te solo incolpo.