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DEL PETRARCA. XXIX

ciullo, vivendo anco il padre: l’altro sopravvisse, e si chiamò Gherardo; col, quale s’allevò, e visse amorevolmente1; e scrivevano versi insieme, com’esso ricorda2.

Da poi in processo di tempo il detto Gherardo si fece Monaco nella Certosa di Marsiglia, ove lungamente visse, e morì alla fine; e leggonsi lettere del Petrarca molto pie a lui scritte: per amor del quale compose l’Opra de Otio Religiosorum. Andavalo alle volte a visitare, e nella sua fine di lui si ricordò, come si vede nel Testamento. La madre, che si chiamava, com’ho detto, Eletta, morì di 38. anni, essendo il Petrarca giovane, e, com’esso dice, nel bivio tra le virtuti, ed il vizio, siccom’ho trovato in un libro antico, in 38. versi Latini composti da lui in memoria della madre, e del nome di lei, i quali saranno scritti nel fine di questa istoria. Il padre morì da poi, essendo il Petrarca in studio a Bologna, com’è detto. La roba ch’egli lasciò era atta sostentar lui, ed il fratello, per quanto scrive3, se da’ commessarj lasciati dal padre non era mal condotta.

Ebbe anco già fatto uomo una figliuola, che acquistò, com’alcuni hanno detto, a Milano di madre non vile. Era fresco, e grazioso, e favorito per tutto, e di natura amorevole; e però gran fatto non fu che traboccasse in simile rete. Ma fatto l’errore, lo emendò col far bene allevare la figliuola, la quale nominò Francesca, e maritolla di poi in un giovane Milanese detto Francesco an-

cor'

  1. Nelle sen. lib. 15. Ep. 5. e 6.
  2. Nelle dopo sen. Ep. 29.
  3. Ivi, Ep. 29.