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     Omai dal volto mio questa vergogna?
     Ch’a guisa d’uom che sogna,
     Aver la Morte innanzi gli occhi parme,
     90E vorrei far difesa, e non ho l’arme.
Quel ch’i’ fo veggio, e non m’inganna il vero
     Mal conosciuto; anzi mi sforza Amore,
     Che la strada d’onore
     95Mai nol lassa seguir, chi troppo il crede;
     E sento ad or ad or venirmi al core
     Un leggiadro disegno aspro, e severo;
     Ch’ogni occulto pensero
     Tira in mezzo la fronte, ov’altri ’l vede:
     100Che mortal cosa amar con tanta fede,
     Quanta a Dio sol per debito convensi,
     Più si disdice a chi più pregio brama.
     E questo ad alta voce anco richiama
     La ragione sviata dietro ai sensi;
     105Ma perchè l’oda, e pensi
     Tornare; il mal costume oltre la spigne:
     E agli occhi depigne
     Quella che sol per farmi morir nacque,
     Perch’a me troppo, e a sè stessa, piacque.
110Nè so, che spatio mi si desse il Cielo
     Quando novellamente io venni in terra
     A soffrir l’aspra guerra
     Che ’ncontra me medesmo seppi ordire:
     Nè posso il giorno che la vita serra,
     115Antiveder per lo corporeo velo;
     Ma variarsi il pelo
     Veggio, e dentro cangiarsi ogni desire.
     Or ch’i’ mi credo al tempo del partire
     Esser vicino, o non molto da lunge;
     120Come chi’l perder face accorto, e saggio;
     Vo ripensando ov’io lassa’ il viaggio
     De la man destra, ch’a buon porto aggiunge:
     E dall’un lato punge