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15In ch’io mi fido, veggio aperte ancora;
Ma temenza m’accora
Per gli altrui esempj; e del mio stato tremo;
Ch’altri mi sprona, e son forse a l’estremo.
L’un penser parla con la mente, e dice:
20Che pur'agogni? onde soccorso attendi?
Misera, non intendi,
Con quanto tuo disnore il tempo passa?
Prendi partito accortamente, prendi;
E del cor tuo divelli ogni radice
25Del piacer che felice
Nol pò mai fare, e respirar nol lassa.
Se già è gran tempo fastidita, e lassa
Se di quel falso dolce fugitivo
Che ’l mondo traditor può dare altrui;
30A che ripon’più la speranza in lui,
Che d’ogni pace, e di fermezza è privo?
Mentre che ’l corpo è vivo
Hai tu ’l freno in balia de’ pensier tuoi.
Deh stringilo or che puoi;
35Che dubbioso è ’l tardar, come tu sai:
E ’l cominciar non fia per tempo omai.
Già sai tu ben, quanta dolcezza porse
Agli occhi tuoi la vista di colei
La qual'anco vorrei
40Ch’a nascer fosse per più nostra pace.
Ben ti ricordi (e ricordar te ’n dei)
Dell’imagine sua; quand’ella corse
Al cor, là dove forse
Non potea fiammma intrar per altrui face.
45Ella l’accese; e se l’ardor fallace
Durò molt’anni in aspettando un giorno
Che per nostra salute unqua non vene,
Or ti solleva a più beata spene,
Mirando ’l ciel, che ti si volve intorno,
50Immortal', ed addorno: