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P A R T E. | 145 |
SONETTO CLIX.
Cose sopra 'natura altere, e nove:
Vedi ben, quanta in lei dolcezza piove:
4Vedi lume che ’l cielo in terra mostra:
Vedi, quant’arte dora, e ’mperla, e ’nnostra
L’abito eletto, e mai non visto altrove;
Che dolcemente i piedi, e gli occhi move
8Per questa di bei colli ombrosa chiostra!
L’erbetta verde, e i fior di color mille
Sparsi sotto quel’ elce antiqua, e negra,
11Pregan pur, che ’l bel piè li prema, o tocchi;
E ’l ciel di vaghi, e lucide faville
S’accende intorno; e ’n vista si rallegra
14D’esser fatto seren da sì belli occhi.
SONETTO CLX.
Ch’ambrosia, e nettar non invidio a Giove:
Che sol mirando, oblio ne l’alma piove
4D’ogni altro dolce, e Lete al fondo bibo.
Talor, ch’odo dir cose, e ’n cor describo,
Per che da sospirar sempre ritrove;
Ratto per man d’Amor; nè so ben dove;
8Doppia dolcezza in un volto delibo:
Che quella voce infin' al ciel gradita
Suona in parole sì leggiadre, e care,
11Che pensar nol poria chi non l’ha udita.
Allor' insieme in men d’un palmo appare
Visibilmente, quanto in questa vita
14Arte, ingegno, e natura, e ’l ciel può fare.