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CANZONE CIX.
E ’l suo seggio maggior nel mio cor tene;
Talor' armato nella fronte vene:
4Ivi si loca, ed ivi pon sua insegna.
Quella ch’amare, e sofferir ne ’nsegna,
E vol che ’l gran desio, l’accesa spene
Ragion, vergogna, e reverenza affrene;
8Di nostro ardir fra sè stessa si sdegna:
Onde Amor paventoso fugge al core
Lasciando ogni sua impresa, e piange, e trema:
11Ivi s’asconde, e non appar più fore.
Che poss’io far, temendo il mio signore,
Se non star seco infin a l’ora estrema?
14Che bel fin fa chi ben'amando more.
SONETTO CX.
Semplicetta farfalla al lume avezza
Volar negli occhi altrui per sua vaghezza;
4Onde aven ch’ella more, altri si dole:
Così sempre io corro al fatal mio Sole
Degli occhi onde mi ven tanta dolcezza,
Che ’l fren de la ragion' Amor non prezza;
8E chi discerne è vinto da chi vole.
E veggio ben, quant’elli a schivo m’hanno;
E so, ch’i’ ne morrò veracemente;
11Che mia vertù non può contra l’affanno:
Ma sì m’abbaglia Amor soavemente,
Ch’i’ piango l’altrui noja, e no ’l mio danno;
14E cieca al suo morir l’alma consente.