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DEL PETRARCA. xxi


Di poi il Petrarca tornò ad Avignone, ed al solito ricetto di Valchiusa; ove scrisse, come si vede, quei tre Colloquj fatti con Santo Agostino, che fu dal 1343. nel qual tempo essendo morto il Re Roberto a Napoli1, e successagli la nipote detta Giovanna, Papa Clemente VI. ch’era in Avignone, mandò il Petrarca a Napoli per alcune faccende, e per visitare la Regina già moglie al Re defunto. E indi per la via di Roma, visitato il Signore Stefano Colonna, ritornò in Avignone, ed all’ozio de’ suoi studj.

In questo mezzo più volte fu invitato con lettere dal Signor Giacomo da Carrara, Signore a quel tempo di Padova, a voler trasferirsi a lui, chè lo desiderava grandemente; ed in guisa lo stimolò, che ’l Petrarca si deliberò2 soddisfarlo, e così passò in Lombradia, ed a Padova del 1347. scrivendo esso3 che fu due anni avanti la morte del detto Signore, il quale come nota il Corio, fu ucciso del 1349. Dal qual Signore fu accarezzato, ed onorato; e perchè più volentieri seco si ritenesse, lo fece creare Canonico di Padova.

In questo tempo sopravvenne l’anno 1348. che portò gran calamità per la peste universale, che corse quasi tutto il mondo, come descrive il Boccaccio nel principio del suo Decamerone; e quell’anno medesimo in Avignone morì Madonna Laura, tanto da lui amata, e celebrata, di che fa ricordo nell’Epistola ri-

feri-

  1. Nelle sen. lib. 2. Ep. 1. col. 1 e nel lib. 3, Ep. 7. e nelle fam. Ep. 70. 72. e nell’Ep. in versi, nel lib. 2. ad Barbatum, & Rainaldum.
  2. Nell’Ep. alla posterità.
  3. Nelle dopo sen. Ep. 23.