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S’annidan sì, che sempre il miglior geme:
ED è questo del seme,
Per più dolor, del popol senza legge,
Al qual, come si legge,
45Mario aperse sì ’l fianco,
Che memoria de l’opra anco non langue;
Quando assetato, e stanco
Non più bevve del fiume acqua che sangue.
Cesare taccio; che per ogni piaggia
50Fece l’erbe sanguigne
Di lor vene, ove ’l nostro ferro mise.
Or par, non so perchè stelle maligne,
Che ’l cielo in odio n’aggia.
Vostra mercè, cui tanto si commise;
55Vostre voglie divise
Guastan del mondo la più bella parte.
Qual colpa, qual giudizio, o qual destino,
Fastidire il vicino
Povero, e le fortune afflictte, e sparte
60Perseguire, e ’n disparte
Cercar gente, e gradire,
Che sparga ’l sangue, e venda l’alma a prezzo?
Io parlo per ver dire,
Non per odio d’altrui, nè per disprezzo.
65Nè v’accorgete ancor per tante prove
Del Bavarico inganno;
Ch’alzando 'l dito con la morte scherza.
Peggio è lo strazio, al mio parer, che ’l danno;
Ma ’l vostro sangue piove
70Più largamente, ch’altr’ira vi sferza.
Dalla mattina a terza
Di voi pensate; e vederete, come
Tien caro altrui che tien sè così vile.
Latin sangue gentile,
75Sgombra da te queste dannose some:
Non far idolo un nome
Va-