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     Mi lascia in dubbio; sì confuso ditta.
     Ma pur quanto l’istoria trovo scritta
     In mezzo ’l cor, che sì spesso rincorro,
     Con la sua propria man de’ miei martìri
     10Dirò; perchè i sospiri
     Parlando han triegua, ed al dolor soccorro.
     Dico, che, perch’io miri
     Mille cose diverse attento, e fiso,
     Sol’una donna veggio, e’l suo bel viso.
15Poi che la dispietata mia ventura
     M’ha dilungato dal maggior mio bene,
     Nojosa, inesorabile, e superba;
     Amor col rimembrar sol mi mantene:
     Onde, s’io veggio in giovenil figura
     20Incominciarsi il mondo a vestir d’erba;
     Parmi veder in quella etate acerba
     La bella giovenetta, ch’ora è donna:
     Poi che sormonta riscaldando il Sole;
     Parmi qual esser sole,
     25Fiamma d’amor che ’n cor alto s’endonna;
     Ma quando il dì si dole
     Di lui, che passo passo a dietro torni;
     Veggio lei giunta a’ suoi perfetti giorni.
In ramo fronde, over viole in terra
     30Mirando a la stagion che ’l freddo perde,
     E le stelle migliori acquistan forza;
     Negli occhi ho pur le violette, e ’l verde
     Di ch’era nel principio di mia guerra
     Amor armato, sì ch’ancor mi sforza;
     35E quella dolce leggiadretta scorza
     Che ricoprìa le pargolette membra
     Dov'oggi alberga l’anima gentile
     Ch’ogni altro piacer, vile
     Sembiar mi fa: sì forte mi rimembra
     40Del portamento umìle
     Ch’allor fioriva, e poi crebbe anzi agli anni;

Ca-