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102 | P R I M A |
Mi lascia in dubbio; sì confuso ditta.
Ma pur quanto l’istoria trovo scritta
In mezzo ’l cor, che sì spesso rincorro,
Con la sua propria man de’ miei martìri
10Dirò; perchè i sospiri
Parlando han triegua, ed al dolor soccorro.
Dico, che, perch’io miri
Mille cose diverse attento, e fiso,
Sol’una donna veggio, e’l suo bel viso.
15Poi che la dispietata mia ventura
M’ha dilungato dal maggior mio bene,
Nojosa, inesorabile, e superba;
Amor col rimembrar sol mi mantene:
Onde, s’io veggio in giovenil figura
20Incominciarsi il mondo a vestir d’erba;
Parmi veder in quella etate acerba
La bella giovenetta, ch’ora è donna:
Poi che sormonta riscaldando il Sole;
Parmi qual esser sole,
25Fiamma d’amor che ’n cor alto s’endonna;
Ma quando il dì si dole
Di lui, che passo passo a dietro torni;
Veggio lei giunta a’ suoi perfetti giorni.
In ramo fronde, over viole in terra
30Mirando a la stagion che ’l freddo perde,
E le stelle migliori acquistan forza;
Negli occhi ho pur le violette, e ’l verde
Di ch’era nel principio di mia guerra
Amor armato, sì ch’ancor mi sforza;
35E quella dolce leggiadretta scorza
Che ricoprìa le pargolette membra
Dov'oggi alberga l’anima gentile
Ch’ogni altro piacer, vile
Sembiar mi fa: sì forte mi rimembra
40Del portamento umìle
Ch’allor fioriva, e poi crebbe anzi agli anni;
Ca-