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SONETTO LXXIX.
Quando a lui piace, e l’altro in su la nona;
E quella dove l’aere freddo suona
4Ne’ brevi giorni, quando Borea ’l fiede;
E ’l sasso, ove a’ gran dì pensosa siede
Madonna, e sola seco si ragiona;
Con quanti luoghi sua bella persona
8Coprì mai d’ombra, o disegnò col piede;
E ’l fiero passo ove m’agiunse Amore;
E la nova stagion che d’anno in anno
11Mi rinfresca in quel dì l’antiche piaghe;
E ’l volto, e le parole che mi stanno
Altamente confitte in mezzo ’l core:
14Fanno le luci mie di pianger vaghe.
SONETTO LXXX.
Di noi fa quella ch’a nullo huom perdona;
E che rapidamente n’abbandona
4Il mondo, e picciol tempo ne tien fede.
Veggio a molto languir poca mercede;
E già l’ultimo dì nel cor mi tuona:
Per tutto questo, Amor non mi sprigiona;
8Che l’usato tributo a gli occhi chiede.
So, come i dì, come i momenti, e l’ore,
Ne portan gli anni; e non ricevo 'nganno;
11Ma forza assai maggior che d’arti maghe.
La voglia, e la ragion combattut'hanno
Sette, e sette anni; e vincerà il migliore;
14S’anime son quaggiù del ben presaghe.