Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
Ma pur conven che l’alta impresa segua,
Continüando l’amorose note;
Sì possente è ’l voler che mi trasporta:
25E la ragione è morta,
Che tenea ’l freno, e contrastar nol pote.
Mostrimi almen, ch’io dica,
Amor', in guisa che, se mai percote
Gli orecchi della dolce mia nemica;
30Non mia, ma di pietà la faccia amica.
Dico: Se ’n quella etate
Ch’al vero onor fur gli animi sì accesi,
L’industria d’alquanti uomini s’avvolse
Per diversi paesi,
35Poggi, e onde passando; e l’onorate
Cose cercando, il più bel fior ne colse;
Poi che Dio, e Natura, ed Amor volse
Locar compitamente ogni virtute
In quei be’ lumi ond’io gioioso vivo;
40Questo e quell’altro rivo
Non conven ch’i’ trapasse, e terra mute:
A·lor sempre ricorro,
Come a fontana d’ogni mia salute;
E quando a morte desiando corro,
45Sol di lor vista al mio stato soccorro.
Come a forza di venti
Stanco nocchier di notte alza la testa
A’ duo lumi ch’a sempre il nostro polo;
Così ne la tempesta
50Ch’i’ sostengo d’Amor, gli occhi lucenti
Sono il mio segno, e ’l mio conforto solo.
Lasso, ma troppo è più quel ch’io ne ’nvolo
Or quinci or quindi, come Amor m’informa;
Che quel che vien da grazioso dono:
55E quel poco ch’i’ sono,
Mi fa di loro una perpetua norma:
Poi ch’io li vidi in prima,