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P A R T E. | 55 |
SONETTO LI.
Dove rotte dal vento piangon l’onde,
Sùbito vidi quella altera fronde
4Di cui conven che ’n tante carte scriva:
Amor, che dentro a l’anima bolliva,
Per rimembranza de le treccie bionde
Mi spinse: onde in un rio che l’erba asconde,
8Caddi, non già come persona viva.
Solo, ov’io era tra boschetti, e colli,
Vergogna ebbi di me. ch’al cor gentile
11Basta ben tanto: ed altro spron non volli.
Piacemi almen d’aver cangiato stile
Dagli occhi a’ pie’; se del lor'esser molli
14Gli altri asciugasse un più cortese Aprile.
SONETTO LII.
Mi fa del mal passato tragger guai,
Gridando, Sta’ su misero; che fai?
4E la via di salir al ciel mi mostra.
Ma con questo pensier' un altro giostra;
E dice a me, Perchè fuggendo vai?
Se ti rimembra, il tempo passa omai
8Di tornar a veder la Donna nostra.
I’, che ’l suo ragionar' intendo allora,
M’agghiaccio dentro, in guisa d’uom ch’ascolta
11Novella che di subito l’accora:
Poi torna il primo, e questo dà la volta:
Qual vincerà, non so; ma infino ad ora
14Combattut'hanno, e non pur' una volta.