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42 | PRIMA |
Move la schiera sua soavemente:
35Poi lontan daLla gente
O casetta, o spelunca
Di verdi frondi ingiuncha:
Ivi senza pensier s’adagia e dorme.
Ahi crudo Amor, ma tu allor più mi ’nforme
40A seguir d’una fera, che mi strugge,
La voce, e i passi, e l’orme;
E lei non stringi che s’appiatta e fugge.
E i naviganti in qualche chiusa valle
Gettan le membra, poi che ’l sol s’asconde,
45Sul duro legno, e sotto a l’aspre gonne.
Ma io; perchè s’attuffi in mezzo l’onde,
E lassi Ispagna dietro a le sue spalle,
E Granata, e Marrocco, e le Colonne;
E gli uomini, e le donne,
50E ’l mondo, e gli animali
Aquetino i lor mali;
Fine non pongo al mio ostinato affanno:
E duolmi, ch’ogni giorno arroge al danno:
Ch’i’ son già pur crescendo in questa voglia
55Ben presso al decim’anno;
Nè poss’indovinar chi me ne scioglia.
E, perchè un poco nel parlar mi sfogo;
Veggio la sera i buoi tornare sciolti
Dalle campagne, e da’ solcati colli.
60I miei sospiri a me perchè non tolti
Quando che sia? perchè no ’l grave giogo?
Perchè dì, e notte gli occhi miei son molli?
Misero me, che volli
Quando primier sì fiso
65Gli tenni nel bel viso
Per iscolpirlo immaginando in parte
Onde mai nè per forza, nè per arte
Mosso sarà; fin ch’i’ sia dato in preda
A chi tutto diparte?