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SONETTO XL.


S
E mai foco per foco non si spense,

     Nè fiume fu già mai secco per pioggia,
     Ma sempre l’un per l’altro simil poggia,
     4E spesso l’un contrario l’altro accense;
Amor, tu ch'i pensier nostri dispense,
     Al qual' un’alma in duo corpi s’appoggia,
     Perchè fa' in lei con disusata foggia
     8Men per molto voler le voglie intense?
Forse, siccome ’l Nil d’alto caggendo
     Col gran suono i vicin’ d’intorno assorda:
     11E ’l Sol' abbaglia chi ben fiso il guarda:
Così ’l desio, che seco non s’accorda,
     Nello sfrenato obbitcto vien perdendo;
     14E per troppo spronar la fuga è tarda.



SONETTO XLI.


P
Erch’io t’abbia guardato di menzogna

     A mio podere, ed onorato assai,
     Ingrata lingua; già però non m’hai
     4Renduto onor, ma fatto ira, e vergogna:
Che quando più ’l tuo ajuto mi bisogna
     Per dimandar mercede, allor ti stai
     Sempre più fredda; e se parole sai,
     8Sono imperfette, e quasi d’uom che sogna.
Lagrime triste, e voi tutte le notti
     M’accompagnate, ov’io vorrei star solo,
     11Poi fuggite dinanzi alla mia pace.
Et voi sì pronti a darmi angoscia, e duolo,
     Sospiri, allor traete lenti, e rotti.
     14Sola la vista mia del cor non tace.