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34 PRIMA

Mi son tolte: e perdono
     90Più lieve ogni altra offesa,
     Che l’essermi contesa
     Quella benigna angelica salute
     Che ’l mio cor'a virtute
     Destar solea con una voglia accesa:
     95Tal, ch’io non penso udir cosa già mai
     Che mi conforte ad altro ch’a trar guai.
E per pianger ancor con più diletto;
     Le man bianche sottili,
     E le braccia gentili,
     100E gli atti suoi soavemente alteri,
     E i dolci sdegni alteramente umili,
     E ’l bel giovenil petto
     Torre d’alto intelletto,
     Mi celan questi luoghi alpestri, e feri:
     105E non so s’io mi speri
     Vederla anzi ch’io mora:
     Però ch’ad ora ad ora
     S’erge la speme, e poi non sa star ferma;
     Ma ricadendo afferma
     110Di mai non veder lei che ’l ciel'onora;
     Ove alberga Onestate, et Cortesia,
     E dov’io prego, che ’l mio albergo sia.
Canzon, s’al dolce loco
     La Donna nostra vedi;
     115Credo ben, che tu credi
     Ch’ella ti porgerà la bella mano;
     Ond’io son sì lontano.
     Non la toccar: ma reverente a' piedi
     Le dì, ch’io sarò là tosto ch’io possa,
     120O spirto ignudo, od uom di carne, e d’ossa.