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P A R T E. | 25 |
Tu vedra’ Italia, e l’onorata riva,
Canzon, ch’agli occhi miei cela, e contende
Non mar, non poggio, o fiume;
Ma solo Amor; che del suo altero lume
110Più m’invaghisce dove più m’incende:
Nè Natura può star contra’ al costume.
Or movi, non smarrir l’altre compagne:
Che non pur sotto bende
Alberga Amor; per cui si ride, e piagne.
CANZONE VI.
Non vestì donna unquancho,
Nè d’or capelli in bionda treccia attorse
Sì bella, com’è questa che mi spoglia
5D’arbitrio, e dal cammin di libertade
Seco mi tira sì, ch’io non sostegno
Alcun giogo men grave.
E se pur s’arma talor’ a dolersi
L’anima a cui vien manco
10Consiglio, ove ’l martir l’adduce in forse;
Rappella lei da la sfrenata voglia
Subito vista, che del cor mi rade
Ogni delira impresa, ed ogni sdegno
Fa ’l veder lei soave.
15Di quanto per Amor già mai soffersi,
Ed aggio a soffrir anco
Fin che mi sani ’l cor colei che ’l morse,
Rubella di mercè, che pur le ’nvoglia,
Vendetta fia, sol che contra umiltade
20Orgoglio, ed ira il bel passo ond’io vegno,
Non chiuda, e non inchiave.
Ma l’ora e ’l giorno ch’io le luci apersi
Nel bel nero, e nel bianco
Che mi scacciar di là dove Amor corse,
No-