Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
22 | P R I M A |
CANZONE V.
Anima, che di nostra umanitade
Vestita vai, non, come l’altre, carca;
Perchè ti sian men dure omai le strade,
5A Dio diletta, obbediente ancella,
Onde al suo regno di quaggiù si varca;
Ecco novellamente a la tua barca,
Ch’al cieco mondo ha già volte le spalle
Per gir al miglior porto,
10D’un vento occidental dolce conforto;
Lo qual per mezzo questa oscura valle,
Ove piangiamo il nostro, e l’altrui torto,
La condurrà de’ lacci antichi sciolta,
Per dritissimo calle
15Al verace Oriente ov’ella è volta.
Forse i devoti e gli amorosi preghi,
E le lagrime sante de’ mortali
Son giunte inanzi alla pietà superna:
E forse non fur mai tante, nè tali,
20Che per merito lor punto si pieghi
Fuor di suo corso la giustizia eterna:
Ma quel benigno Re che ’l ciel governa,
Al sacro loco ove fu posto in croce
Gli occhi per grazia gira:
25Onde nel petto al novo Carlo spira
La vendetta ch’a noi tardata noce,
Sì ch’ molt’anni Europa ne sospira:
Così soccorre a la sua amata sposa,
Tal, che sol de la voce
30Fa tremar Babilonia, et star pensosa.
Chiunque alberga tra Garonna e ’l monte,
E ’ntra ’l Rodano e ’l Reno et l’onde salse
Le ’nsegne Cristianissime accompagna:
Ed