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DEL PETRARCA. | xi |
dire al padre studiò le leggi, e con grande speranza, e maraviglia di chi lo conosceva.
La qual’impresa però fece contra l’animo suo, che mal volentieri spendeva il tempo in istudio così maltrattato; avendo l’animo volto alla rettorica, e poesia: pure 1 non osava disubbidire, essendo per natura, e buoni documenti del padre, modesto, e religioso. Vero è che buona parte del tempo rubava alle leggi, e di nascosto lo dava agli studj d’umanità. Della qual cosa avvedutosi il padre, gli tolse un giorno quei libri, che teneva nascosti, e in sua presenza li arse; di che piangendo il giovane, il padre mosso a compassione gli diede il Virgilio, e la Rettorica di Cicerone, com’esso riferisce 2.
Dimorò in Bologna dal 1323. fino al 1326. del qual tempo fa dolcissima memoria 3 lodando Bologna, e lo stato di quegli anni; e fu per la bontà del suo ingegno, e delle bella maniera caro a tutti.
Ma sopravvenutagli la morte del padre, d’età d’anni 22. tornò in Avignone, andando le facoltà paterne a male per colpa de’ curatori, che male quella eredità trattarono; e liberato dal peso di quello studio, si diede liberamente alle lettere che più gli piacevano, ancorachè da molti sollecitato fosse a continuare l’incominciata impresa delle leggi; a che fatto sordo attese ad ornarsi di costumi, e lettere; nelle quali avendo già nome, fu per la dolcezza dello stile suo volgare tra gli altri grandemente amato da Giacomo Colonna Vescovo