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478 adjecta.


     Desta così all’ebbrezza
del germinar, la terra
le viscere disserra
44del sole alla carezza
e con le carni e il core
arsi da fiamme arcane,
urlan le genti umane
48«Amore, amore, amore!»

     Tra l’ombre e gli spaventi
delle materne selve
si stringono le belve
52in ciechi accoppiamenti
e dalle fulve arene
che il mar commosso esclude
perfidamente ignude
56mi chiaman le Sirene,

     mentre di Bromio stanche
roche per gli ebbri canti,
le lubriche Baccanti
60gittan le vesti bianche
e sui compressi fiori
curvan le rosee forme
sotto l’impulso enorme
64dei Fauni assalitori.