Desta così all’ebbrezza
del germinar, la terra
le viscere disserra 44del sole alla carezza
e con le carni e il core
arsi da fiamme arcane,
urlan le genti umane 48«Amore, amore, amore!»
Tra l’ombre e gli spaventi
delle materne selve
si stringono le belve 52in ciechi accoppiamenti
e dalle fulve arene
che il mar commosso esclude
perfidamente ignude 56mi chiaman le Sirene,
mentre di Bromio stanche
roche per gli ebbri canti,
le lubriche Baccanti 60gittan le vesti bianche
e sui compressi fiori
curvan le rosee forme
sotto l’impulso enorme 64dei Fauni assalitori.